di Silvia F.
Buonasera.
Le scrivo per parlare della mia situazione comune a tante persone.
Dopo aver cessato la mia attività ( dicembre scorso), con diversi debiti, mi ritrovo disoccupata. Dopo sette anni sono ritornata al collocamento della mia città e ho scoperto che chi cessa un’attività NON HA DIRITTI!
“Lei ha chiuso, non è stata licenziata” questa è risposta che mi ha dato l’impiegata.
Figli totalmente a carico contano solo nel caso in cui esce un’offerta di un ente pubblico: in questo caso il punteggio raddoppia.
Non c’e disoccupazione, ne mobilita’.
Chi chiude un’attività spesso si ritrova non solo senza stipendio, ma anche con i debiti.
E’ come se chi ha lavorato in proprio smette di vivere: non si mangia e non si pagano le bollette. Non mi riferisco a viaggi e spese superflue. Mi sto riferendo al vivere. Se chiudiamo un’attività,vuol dire che non rendeva. Che i pagamenti erano tanti e le entrate erano poche.
Nel mio caso, c’è mia madre che con la sua pensione ci sta mantenendo.
I soldi a disposizione sono veramente pochi e sembra impossibile trovare una nuova occupazione.
Se mi presento come badante,mi sento dire che essere italiana è a mio favore, ma non ho referenze. Mi è stato anche detto: perchè con l’esperienza che ha non lascia questi tipi di lavoro a chi davvero può fare solo quello?
Un direttore di banca, a cui ho chiesto cosa succede se non pago la rata del finanziamento, mi ha risposto: “Cerca di pagare. Se poi non trovi lavoro, ti inventi qualcosa, ci siamo capiti vero? Ti ingegni?” E con un sorrisino malizioso illudeva alla professione più vecchia del mondo!
Questa è la situazione di una ex commerciante che non trova lavoro.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento
Ogni utente che visita il sito è libero di argomentare o commentare i diversi post. Se non siete iscritti a google o altro (come raffigurato) avrete la possibilità di rimanere anonimi. Si precisa di usare un linguaggio non provocatorio o insulti a persone dirette.