Gli
italiani sempre ben disposti nei confronti dell’impegno sociale: ambiente, e
società civile ai primi posti
Pubblicati i
dati della quinta edizione dello studio goodpurpose® 2012 di Edelman, la più
grande agenzia di relazioni pubbliche al mondo.
Milano,
19 giugno 2012
– Solo il 44% degli italiani è personalmente impegnato nel sostegno di attività
di responsabilità sociale, ma a parità di qualità e prezzo, più di un italiano
su due (63%) acquista guardando all’impegno che le aziende produttrici hanno in
ambito sociale. Un criterio quindi molto più importante della fedeltà al brand
(indicato dal 21% degli italiani) e addirittura del design e dell’innovazione
(primo criterio di scelta per solo il 16% contro una media mondiale del 29%),
spesso citati come cavallo di battaglia dalle aziende che vogliono conquistare
il consumatore del Bel Paese. Sono forse questi due i dati più significativi
che emergono dallo studio goodpurpose® 2012 realizzato tra gennaio e febbraio
2012 da StrategyOne (la società di ricerche di mercato di Edelman) in 16 Paesi
intervistando circa 8000 consumatori di più di 18 anni.
In
tempi di crisi, gli italiani delegano al Governo anche la responsabilità
dell’impegno sociale
Il
93% degli intervistati italiani dichiara di essere stato colpito in qualche modo
dalla crisi economica (contro l’85% della media globale), il 62% di aver ridotto
lo shopping non necessario (51% la media globale), il 46% di aver smesso di
risparmiare (28% globale). Colpiti dalla crisi, i consumatori italiani (55%), ma
anche quelli di tutto il mondo (54%), sono convinti che dovrebbe essere il
Governo a occuparsi dei problemi che affliggono la società. Solo il 18% ritiene
che tocchi farlo a “persone come me”, il 12% alle organizzazioni umanitarie
no-profit, il 6% alle istituzioni religiose e il 4% alle imprese. Curioso in un
Paese di cultura cattolica come l’Italia che pochi fra gli intervistati
ritengano la responsabilità sociale un compito della
chiesa.
L’ambiente
resta sempre in cima ai pensieri degli italiani
Forse
non coinvolti personalmente nel sostegno di attività a finalità sociale come nel
resto del mondo, gli italiani hanno comunque una loro lista di priorità quando
pensano all’impegno sociale. In particolare, sempre secondo i dati raccolti da
Edelman nello studio goodpurpose® 2012, ben l’87% è interessato alla protezione
dell’ambiente in cui viviamo (ma era il 95% nel 2007), seguito a stretto giro
dalla lotta alla violenza e agli abusi in famiglia (79%), dal miglioramento del
sistema sanitario come anche dall’aiuto volto a migliorare l’autostima delle
persone (entrambi al 78%). Da sottolineare che, rispetto al 2007, ci sono
clamorose discese, come le uguali opportunità di educazione (-20%), l’aiuto per
i diritti umani e civili (-19%) e la lotta alla riduzione della povertà (-21%),
ma anche consistenti risalite, come il sostegno per la fame e i senzatetto
(+14%), l’aiuto in caso di disastri naturali (+13%), la lotta contro la
diffusione di malattie ed epidemie (+13%).
Ma
se non ci fosse la crisi e non si dovesse fare i conti con il portafoglio?
Interessanti
le risposte date dagli italiani se i costi non fossero un problema, se le loro
scelte potessero avvicinarsi a quello che davvero sognano senza pensare al
prezzo. Infatti, il 70% preferirebbe vivere in una casa “green” più che in una
casa “grande” (30%); l’83% acquisterebbe prodotti locali più che di “design”
(17%), l’82% sceglierebbe un’auto ibrida più che una macchina di lusso (18%) e
il 57% sogna poi un lavoro con finalità sociali.
E
un’azienda, invece, è importante che sia impegnata nel sociale?
Ovviamente
la risposta è sì. Infatti, il 74% degli italiani consiglierebbe un prodotto di
un’azienda impegnata attivamente nella responsabilità sociale, il 71%
comprerebbe un prodotto o un servizio, il 70% condividerebbe un’eventuale
esperienza positiva. Interessante anche scoprire che ben il 78% passerebbe a un
brand competitor se solo fosse impegnato in scopi sociali, oltre ad acquistare
più volentieri e con maggiore fiducia, aiutandolo anche nel sui gentili
propositi.
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