Stop alle monete da 1 e 2 centesimi di euro? C’è una mozione che lunedì sarà discussa alla Camera dei Deputati, che chiede proprio questo: di sospendere il conio dei pezzi più piccoli in circolazione nell’area euro. Il motivo lo spiega il primo firmatario della mozione e promotore dell’iniziativa che ha raccolto un vasto arco di forze parlamentari, Sergio Boccadutri, di Sinistra Ecologia Libertà: “Dal 2002 ad oggi- afferma – sono state emesse oltre 5,1 miliardi di monete da 1 e 2 cent.
Oggi, quasi una moneta su due di quelle messe in circolazione è da 1 o 2 cent, e solo nel 2013 sono costate alle casse dello Stato ben 21 milioni di euro. Di fatto – continua il parlamentare -si tratta di un signoraggio negativo, ed è un costo perché queste monete non circolano se non esclusivamente come resto nella grande distribuzione e in pochi altri esercizi commerciali”.
Del resto le mini monete da 1 e 2 centesimi di euro non sono accettate dalla stragrande maggioranza dei distributori automatici, dai parcometri, dai caselli automatici delle autostrade: “I consumatori – continua il parlamentare di Sel – che le ricevono come resto le perdono e quasi mai le riusano.
Chi non ha in casa un vasetto pieno di ramini?. Gestire un rotolo di 50 monete da 1 cent, costa 40 centesimi di euro, costi che si ribaltano sui consumatori. C’è chi teme effetti sull’inflazione, ma non c’è da preoccuparsi”, conclude Boccadutri: “Potremmo, ad esempio, mutuare le regole di arrotondamento applicate nei Paesi Bassi e in Finlandia che le hanno già escluse, o quelle del Canada che sta escludendo le corrispettive monetine.
Inoltre diversi studi citati da una comunicazione della commissione europea sulla questione dimostrano che l’impatto sull’inflazione sarebbe sostanzialmente nullo”. E dire che alcune di queste monetine sono diventate addirittura oggetto di collezione: esistono cent che valgono migliaia d’euro, a causa di alcuni errori clamorosi nel conio.
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